IL SUO TRASTULLO,
SOGNO E QUIETE
312.
Sono venuto a
Dublino per fare i conti con te,
Ombra maestosa,
che lessi così bene
tanti anni fa,
ho appreso la tua
lezione a dovere? ho letto tra
le frasi fino al
reale? nel tuo cielo, il tuo inferno,
ho bene indagato?
T’ho poi scordato
per anni, messo da parte,
l’ingratitudine è
un male necessario
per rinnovar le
cose:
ho portato la
famiglia per cavarmi d’impaccio,
ho portato il mio
fiacco rimorso e il mio omaggio,
solo un libro o
due
ho portato,
incluse alla fine le tue ultime
strane poesie
composte sotto lo spettro della morte
Le tue alte figure
volteggiano
ancora nella mente
e tutto il tuo passato
colma il mio orto
recinto d’un alito mielato
in cui, festuca,
mi aggiro.
Traduzione di Sergio Perosa
da Canti onirici e altre poesie, Einaudi
1978
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