IL DOLORE
a mia madre, in memoria
Il dolore si
muove. A giorno pieno
se ne va il
ritratto, il sembiante che
era. Sembra un
segno di ritorno, ma
non è questo.
Ritaglia piuttosto una
posa antica di sé,
in ogni fotogramma.
Tiene svegli i
sensi, a volte è ascolto,
sottilissima piega
o una curva. Là
alla radice la
parola lei, cara come
non mai: i saluti,
quei saluti nel corridoio,
tutto annotato
fino all’ultimo, pagina
dopo pagina, sentimento
dopo sentimento.
È la via maestra
che sostiene, che dice
dopo la forma c’è
il luogo in cui lei
sosta. Ma non all’ultimo.
Ancora
più in là torna
per la sua festa,
quando ricorre il
giorno. Si muove
il dolore,
tradisce se stesso da un
secondo all’altro.
Ora è nell’occhio,
poi è sulla bocca
o appare
in un suono appena
percepito
di passi, e le
mani accompagnano
il ritmo dei suoi
anni migliori.
Quello che resta,
ed è cuore,
il bellissimo
cuore impresso
in vita, fino a
tutta la vita.
Non lo consumerà,
non per tutto
il tempo che
servirà, e ancora.
E non nel vetro,
nello specchio,
ma pura sostanza,
amore che ci serve.
E sempre al di là
dell’illusione,
perché non c’è
illusione, ma verità,
sentire, toccare,
percepire,
dirlo coi sensi
tesi. per camminare,
era nel fianco
doloroso, nella testa
di sera e il suo
perdono, la sua
testimonianza di
umanità.
Il dolore si
sposta, è sponda
anche dell’altro
quando parla
e trascina un
pensiero fisso,
che è solo amore,
non altro
quando nell’aria la
sentiamo
arrivare.
da Il dolore, Samuele editore, 2016
La notte fra il 5 e il 6 di questo mese ci ha lasciati il poeta e amico Alberto Toni. Voglio ricordarlo dedicandoli questa settimana di Poesie senza pari.
Nessun commento:
Posta un commento