(SENZA TITOLO)
Questo è il lungo
poema che nessuno scrisse
che volle nascere
da solo nel tiepido letto di belle stagioni finite.
Nacque nella
mente,
in una o più menti
aperte nei dormiveglia domenicali
un poema di
nuvole, assonnato
un poema per
sonnambuli
adottato da tutti
ché tutti avrebbero voluto scrivere
e che nessuno scrisse.
Fu il tragico di
un giorno di riposo che ci portò improvvisa alla coscienza
l’esistenza di
parole inutili che non volevano essere scritte.
Sfidando l’abulico
vuoto in cui galleggiava il testo
tra il sonno e la
veglia le cogliemmo: parole anche garbate, silenziose
meste
-e noi volevamo farne rumore.
Questo è il lungo
poema che nessuno scrisse
poiché risvegliati
dal sonno ancora a lungo dormimmo.
E come pietra fu
il nostro sogno una dura sostanza
atta a costruire
un mondo in apparenza vero ma che no, vero non fu mai.
Questo lungo poema che nessuno scrisse
somiglia già da ora
ad una donna bellissima che
tutti hanno amato e nessuno ha mai veramente voluto.
Il lungo poema è una donna
rimasta sola
che per non perdere la faccia sorride
misteriosa.
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