STANZA DEI RIFLESSI
Su raso giallo indorato da un raggio
di calda luce che obliquo si attarda
di foglie e rami riflessi oscillanti
nell’ora tarda del giorno di maggio.
Di qual reale s’incanta lo sguardo
che indugia lento e beato s’imbeve
degli ori estinti, dei verdi più assenti
presenti-allusi in specchi di venti?
Nell’onda delle fronde, degli steli,
negli orli stilizzati la parola
che poco dice e molto in sé traspare?
Poetare in sé che tutto fa leggero
come la mente prima che ornamenti
esala e in sé si libra in
vuoti e in pieni.
da
Il libro della celeste desistenza, inedito
Cari lettori, causa un trasloco che
si protrae, sono privo di tutti i miei libri, i quali sono inscatolati e chiusi
in un deposito, chissà dove. La loro assenza non mi consente di variare troppo
la programmazione di questo blog. Me ne scuso.
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