DA FIORE A FIORE
Non al fiore accudito nel suo pregio da intenditori e mercanti, superbo nella vanagloria dei colori, va la mia preferenza. Né agli aristocratici consessi floreali dove è un nobile che parla ad altro nobile, e a tutto il resto accorda degnazione.
È all’umile margherita di campo che do la mia predilezione – creatura intenta e seria e riguardosa.
Guardatela mentre freme all’ultima aria invernale e si rimpannuccia nel tepore del sole.
In colonia, allorquando si dispone con le consorelle a un diffuso parlottio che un alito di vento rende fervido.
O sempre in comunione con le altre, si fa testimone delle febbrili avventure degli insetti.
E infine vedetta, intrepida vedetta a protezione dei misteri che si celano tra i vortici e le cortine delle erbe.
Curiamolo questo piccolo fiore francescano perché non si dica: - Alla delizia del sentimento preferimmo l’ebbrezza dei sensi, alla discrezione l’evidenza trionfante, alla penombra la vacuità della luce.
(Inedita)
Questo testo inedito è stato scritto in occasione della mostra Visionary Flowers di Nancy Watkins che si tiene presso la Keats-Shelley House di Roma fino al 6 aprile prossimo. Le opere, e insieme la loro speciale tecnica, che fa scaturire la luce dal nero dell'inchiostro, trovano una naturale corrispondenza con la poesia di P.B. Shelley, The Question, che evoca il passaggio dalle ombre dell'inverno al fulgore della primavera.
Mercoledì, 20 marzo, equinozio di primavera, presso la KSH si terrà una lettura speciale di versi, durante la quale verrà letto il presente testo. Anche la poesia di Shelley, nella traduzione di Francesco Dalessandro, verrà letta nella stessa occasione e si troverà su questo blog.