LEI, IN GREMBO A CAVALCIONI
lei, in grembo a cavalcioni,
mi s’incardina (io ognuno dei capezzoli eccitati
succhio) e, piegandosi, coi soli polpastrelli
alle labbra d’amore porta l’Ospite affamato
al Quale (giusto ora che lei prende a sedersi,
a poco a poco rilasciando il dolce peso)
Oh, come si stringono le calde cosce succose!
e (istante da istante profondo) mentre il suo
viso guarda, appena vivo, quel magico Festino,
che avido men da meno sparisce – in che stordita
palpitante accoglienza (via via assottigliato)
duramente vien meno il mio enorme Invitato!
fin (proprio quando i ventri si toccano sognanti)
alla più lontana non vista segreta rima d’amore.
Traduzione di Francesco Dalessandro
Da Etcetera: The Unpublished Poems, Liveright, 1983
Nessun commento:
Posta un commento