venerdì 26 settembre 2014

John Keats

FAMMI LEZIONE, MUSA, A VOCE ALTA

Fammi lezione, Musa, a voce alta, 
in vetta al Nevis, cieco nella nebbia!
Scruto nei dirupi, una coltre di vapori 
li nasconde: questo, credo, l’uomo 
sa dell’inferno; guardo in alto: nebbia 
insistente: lo stesso può dirsi del cielo; 
estesa al suolo, la nebbia è la terra 
che calpesto: così, vaga, è la vista 
che l’uomo ha di se stesso. Sotto i piedi
pietre sconnesse; e io, povero elfo 
istupidito, che ci cammino sopra, 
questo capisco: ciò che l’occhio incontra 
è roccia e nebbia, e non solo qui in alto,                                       
anche dove ha potere la mente, nel pensiero.


Traduzione di Francesco Dalessandro

John Keats, Poetical Works, Oxford University Press, 1972   

3 commenti:

  1. Poesie che accendono fuochi di artificio nella mente!
    L'ascesa sul Ben Nevis nella nebbia è per John Keats la figura dell'inferno, dell'uomo che procede a fatica nella conoscenza, che non si riconosce.
    Il monte notturno di George Manfred Byron, forse in Svizzera, è il luogo in cui fuggire dalla dannazione della conoscenza, nel quale invocare gli spiriti affinchè donino l'oblio.
    "Sapere è patire. Sventura
    è la scienza. Coloro che più sanno
    più amaramente devono
    piangere il vero fato:
    l'albero della scienza non fu mai
    l'albero della vita."
    Chissà se in questi versi risieda una forma di polemica dialettica fra i due poeti.

    RispondiElimina
  2. Bellissima poesia e grande traduzione. Grande Francesco e grazie

    RispondiElimina