Brucia un lume sul tavolo? La luce
disegna a grandi tagli, squadra e isola
i profili abolendo la penombra.
Nulla distrae lo sguardo dall’evento
minimo eppure arcano: tre figure
distanti e unite, che un lampo ha fissate
in gesti ai quali affidano il segreto
di un istante. O di sempre? ti domandi
e scruti il breve spazio che le ospita.
Assorto in sé, un sorriso che gli sfiora
appena il labbro, un giovane si piega
indietro sulla sedia, forse intento
ad un giuoco di carte o ad un oroscopo.
Protesa avanti la donna ne spia
fra dubbio e orgoglio l’ambiguo atteggiarsi
che vorrebbe sorprendere nell’intimo
inconoscibile di dove nasce.
Ritta fra i due la ragazza è la sola
che sfidi l’obiettivo con il riso
di chi misura su se stesso il rischio
e il bene dell’esistere, deciso
a giocare, sia quale sia, la carta.
Tu manchi, com’è giusto se la parte
che ti riservi è di testimone
e fai tua nell’immagine quell’ora,
quell’istante compiuto, irripetibile.
da Il segreto degli specchi, Poesie 1949-1994, Biblioteca di Ciminiera, 2005
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