da LE NOZZE DI FIGARO
Atto Quarto, Scena Ottava
Recitativo e Aria di Figaro
Tutto è disposto: l’ora
dovrebbe esser vicina; io sento gente...
È dessa... non è alcun... buia è la notte...
ed io comincio ormai
a fare il scimunito
mestiero di marito...
Ingrata! Nel momento
della mia cerimonia...
ei godeva leggendo: e nel vederlo
io rideva di me senza saperlo.
Oh, Susanna! Susanna!
Quanta pena mi costi!
Con quell’ingenua faccia,
con quegli occhi innocenti...
chi creduto l’avria!...
Ah, che il fidarsi a donna è ognor follia!
Aprite un po’ quegli occhi
uomini incauti e sciocchi,
guardate queste femmine,
guardate cosa son.
Queste chiamate dèe
dagli ingannati sensi,
a cui tributa incensi
la debole ragion,
son streghe che incantano
per farci penar,
sirene che cantano
per farci affogar.
Civette che allettano
per trarci le piume,
comete che brillano
per toglierci il lume;
son rose spinose,
son volpi vezzose,
son orse benigne,
colombe maligne,
maestre d’inganni,
amiche d’affanni
che fingono, mentono,
amore non sentono,
non senton pietà.
Il resto no 'l dico,
già ognuno lo sa.
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