LA CAMERIERA
Eccola, dietro i
vetri dell’osteria
un’ombra sopra il
labbro, gli occhi scuri
che una volta
guardavano dal bancone
come dalle fronde
di un nocciolo
invecchiata sotto
l’insegna scolorita
vede fuggire come
un passero il sogno
che si nascondeva
nel suo giovane nido
quando aspettava i
balli del sabato
ha ormai perduto
la giovinezza
davanti alle carte
da gioco, le riviste illustrate
il vino dei
solitari
le finestre
striate di grigio
ed eccola, mentre
guarda dai vetri
ancora vorrebbe
essere ragazza
avere l’occhio
verde dell’elleboro
che a Pasqua,
ancora, mette in un bicchiere.
da Un sabato senza dolore, Interlinea, 2016
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