DELL’OMBRA
Un giorno di
primavera
vidi l’ombra d’un’albatrella
addormentata sulla
brughiera
come una timida
agnella.
Era lontano il suo
cuore
e stava sospeso
nel cielo;
nel mezzo del
raggiante sole
bruno, dentro un
bruno velo.
Ella si godeva il
vento;
solitaria si
rimuoveva
per far
quell’albero contento:
di fiammelle, qua
e là, ardeva.
Non aveva fretta o
pena;
altro che di
sentir mattino,
poi il suo
meriggio, poi la sera
con il suo fioco
cammino.
Tra tante ombre
che vanno
continuamente,
all’ombra eterna,
e copron la terra
d’inganno
adoravo
quest’ombra ferma.
Così, talvolta,
tra noi
scende questa mite
apparenza,
che giace, e
sembra che si annoi
nell’erba e nella
pazienza.
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