UN GIORNO DI PIOGGIA
I Prima della pioggia
Nuvole grasse nere
concludono l’azzurro.
In cucina una mosca
superstite ronza.
A un angolo del vetro
una rondine appare pigro
dardo
fuggente il rombo alle sue
spalle. L’aria
ne trema – e il silenzio
che indicibile affina
l’ansia... Finché
improvviso
ai vetri erompe
lo scroscio.
II Mentre piove
Adesso giù acqua che
spazzi
l’ozio e l’affanno e
levighi la pena
insolente del cuore!
M’accosto ai vetri, spio
fin dove lo sguardo
miope consente colli e
campi prati
alberi e ogni altra cosa
che la pioggia
inzuppa con monotona indolenza.
Sulla strada nessuno
sosta o passa. Dai tetti
qualche camino fuma.
Tra poco è sera.
…
Viene gente, la stanza
suona di voci, non
piove più.
III Dopo la pioggia
Cala una sera torva senza
voli.
L’aria è torbida e fredda.
Accendiamo
il fuoco. Un fumo acre
si spande, brucia gli
occhi.
Fra tante voci tante
parole oziose tanta
noia, non so più in cosa
consista la vita.
Fosse
quella mosca scampata
all’eccidio serale che
continua
a ronzare nel vuoto…
IV Notte, ad ora tarda
Orione il Carro
Venere e le altre stelle.
Il grillo suona sempre
uno stesso motivo.
Un cane abbaia.
Il campanile rintocca,
come il cuore.
Nei lunghi quarti, io solo
fumo insonne la notte.
Io solo ascolto
la sua musica. Dorme
anche la mosca pazza.
V Alba
Scarti, come di ruote
d’ingranaggio
che qualche grano inceppa,
questi che sento: un’ansia
repentina e dolente,
assidua pena
che tutto lede e non si
placa.
Come, come aver pace?
E in quale intento
vano, in cosa aver fede?
(1983, inedita)