LA NOTTE SUI MURI SCRIVO
La notte sui muri scrivo
nella corte bianca senza giudici, quando l’occhio si taglia
perché il piombo fiammeggi a calori argento mentre vedo.
Entrasse almeno nella bocca. Io parlo invece
l’artificio, dico il pugnale che baratta
il luogo con un altro
questo comparto industriale smesso dove pascoli
dove si bela tra la ruggine e il tetano negli scoli
e sono così poco che amo anche questo
allucinare senz’alba
mentre spazia una solitudine lunare.
Mi si dica, lo chiedo in ginocchio,
dica qualcuno in tempo che c’è una figura, un’ombra
un gesto di pietà da offrire a un altro
a chiunque, e qualcuno lo farà o lo ha fatto
in un tempo astrale senza saperlo.
(inedita)
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