GYMNOPEDIE
*
Ha tutta la tua voce quest’assenza
di base e fondamento,
dolore confermato in un dolore
più grande, universale.
Lo avevi immaginato più feroce,
ma non dolce, più chiuso nel suo male
ma mai figura pari alla tua vita
abbarbicata stretta alle colline;
e adesso senti che quasi ti somiglia
che quasi ti promette la dizione
di sé, quindi di tutto.
*
E allora il suo silenzio, la sua attesa,
il non poter più dire niente
non è esercizio di dissipazione,
non è la morte, la morte veramente.
È qui,
è qui che si fa urgente e necessaria
la parola, quand’è la sua impotenza
a farsi indispensabile
ed il
gesto.
*
Resistere ed avere un’eleganza
che sia preghiera e perimetro di voce,
la fioritura nell’apnea del canto.
Resistere com’è giusto
rituale
del crepuscolo
com’è tutta Venezia nelle strette
se si apre una finestra, ne esce il sole
l’acqua ne ride un poco e lo sprofonda
nel fondale di pietra e non dimenticanza.
da Gymnopedie,
Italic, 2018
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