MAR ROSSO
L’animo del poeta: un espatriato!
Un erede di ghetti dati al fuoco!
Non ha foglio di profugo. Non chiede
viveri sigarette posto-letto.
L’atlante – cancellato alle sue spalle.
Pura circonferenza l’orizzonte
(egli – al centro – il suo passo beduino).
Su dal mattino – come da un bivacco;
giù al tramonto, vermiglia intermittenza
d’una misura senza fine.
Ma a notte... come dolce il suo Mar Rosso
trabocca in lui, l’inonda fra le ciglia
quand’egli giace – tutto il cielo addosso.
Da Mar Rosso, Il Labirinto, 1997
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