La giovinezza passa presto
e quando si vorrebbe che tornasse –
e con essa l’amore – è troppo tardi:
scopri i primi capelli
bianchi e sai che non serve
tingerli né strapparli
uno ad uno, o rifarsi
il viso per nascondere le rughe.
Perciò finché fiorisce
approfittane! Goditela la tua
giovinezza, non perderla.
Non farti lusingare
da qualche gioiello
che un vecchio spasimante
ricco t’infila al dito
o lega al braccio e al collo.
I frutti dolci
godine dell’amore. Chi da sola
dorme fredda e nessun
uomo la vuole di pietre preziose
e gemme non
sa che farsene. Tu
hai chi ti ama
e amaramente piange
la tua incostanza: non
vantartene.
“Prometti di venire
ma poi non tieni fede
alla promessa e io passo la notte
nell’angoscia tra mille tormenti
odiandoti ed amandoti
allo stesso momento.
Però basta qualcosa che si muove
che il vento tocchi una foglia
morta giù nel cortile
per crederlo, quel piccolo rumore,
il suono dei tuoi passi
per farmi tremare”.
Così
piange e ti prega. Non l’ascolti.
“Chi con uguale amore
non ricambia il tuo amore”
gli dico “più infelice
e crudele amore dovrà piangere
un giorno”.
Cerco
di fargli forza ma non serve.
Potresti
mostrarti brutta senza trucco
coi capelli arruffati dal sonno
e trascurata ugualmente
lui t’amerebbe. Nessun
incanto l’ha stregato. La bellezza
non ha bisogno di magie. L’aver
toccato il tuo corpo l’averti
baciata tanto e aver unito fianco
su fianco gamba a gamba
intrecciando: ecco quale
male l’ha vinto!
Per questo non farlo
soffrire troppo e non chiedergli doni
oltre tutto se stesso che ti dona
già pienamente. Fra
le tue candide braccia
stringilo contro il seno
che ti stringe tremando
timidamente e lingua contro lingua
guizzando umidi baci dagli e coi
denti segnagli il collo…
Solo così è felice.
(Imitazione da Tibullo, Corpus tibullianum, I, 8)
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