III
Alba radiosa a me ti renda giorno
felice! Cosa serve aver sofferto
tanto se non ritorni?
Niente senza di te, niente e nessuno
conta più.
Non contano ricchezze né palazzi
belli con bei giardini
e soffitti dorati o quanto basti
a stupire la gente: falsi beni.
Conta solo una vita
nostra benché modesta, stare insieme
e insieme condividere le poche
gioie le molte pene per il breve
tempo che ci è concesso prima
che una lenta
acqua ci porti sopra nera barca
per fiumi desolati.
IV
Già sbiancava la notte
sul fiume azzurro che circonda
il mondo quando con l’ultimo sogno
venne un dio: «Chi t’è cara
quella che tanto affanno
ti costa cui dedichi versi
ama un altro. Ma le donne
hanno animo mutevole. Potrai
riaverla se l’aspetti
fiducioso. Non c’è
amore senza affanno
e pena ma anche un cuore
duro si vince. Pregala così:
“Torna e saremo ancora
felici”.
Mandale sempre versi
commoventi».
(Imitazioni da Ligdamo, Corpus tibullianum, III, 3-4)
ed anche qui, mi accogli pieno di forza poetica che non conosce confini ed inonda la lettura che lettera non lascia spenta, ma viva dell'amore dei vinti che sentono lo sguardo allontanarsi e con esso la felicità.
RispondiEliminaUn caro saluto per l'emozione che regali
Francesco
Grazie.
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