venerdì 6 marzo 2015

William Butler Yeats

BISANZIO

Le immagini non purificate del giorno si ritraggono;
La soldataglia ubriaca dell’Imperatore è a dormire;
La risonanza notturna recede., il canto delle passeggiatrici 
                                                                              [notturne  
Dopo il grande gong della cattedrale;
Una cupola illuminata dalle stelle o dalla luna disdegna
Tutto ciò che l’uomo è,
Tutte le mere complessità,
La furia e il fango delle vene umane.

Dinanzi a me fluttua un’immagine, uomo o ombra,
Ombra più che uomo, più immagine che ombra;
Ché il rocchetto dell’Ade avvolto dalle fasce d'una mummia
Può svolgere all’indietro il sentiero tortuoso;
Una bocca che non ha in sé umidore o respiro
Può chiamare a raccolta bocche senza respiro;
Io saluto il sovrumano;
Lo chiamo morte-in-vita e vita-in-morte.

Miracolo, uccello, o artefatto aureo,
Più miracolo che uccello o artefatto,
Posto sul ramo d’oro illuminato dalle stelle,
Può cantare come i galli dell’Ade,
O, inasprito dalla luna, può sprezzare a alta voce
Nello splendore del metallo immutabile
Il comune petalo o uccello
E tutte le complessità di fango o sangue.

A mezzanotte sulla terrazza dell’Imperatore vagano
Fiamme che non nutre alcuna fascina, né acciaio ha acceso,
Né tempesta disturba, fiamme generate da una fiamma,
Dove spiriti generati dal sangue vanno
Ad abbandonare ogni complessità di furia,
Morendo in una danza,
Un’agonia di estasi,
Un’agonia di fiamma che non riesce neppure a strinare una 
                                                                                  [manica.
                                                                        
A cavallo del fango e del sangue del delfino,
Uno spirito dietro l’altro! Le fucine frantumano il flusso,
Le auree fucine dell’Imperatore!
I marmi della terrazza ove è la danza
Frangono amare furie di complessità;
Quelle immagini che tuttavia
Nuove immagini generano,
Quel mare lacerato dai delfini, tormentato dal gong.


Traduzione di Giorgio Melchiorri

da Quaranta poesie, Einaudi, 1965

Nessun commento:

Posta un commento