IN LOCO QUI DICITUR (II)
Canto di dame
Nel frivolo ballo di corte
stagione si dipana del frenetico stordirsi
età è questa d’amore del furtivo
corteggiamento, musica l’allieta
Sguardi che si cercano mani
che infine si trovano carezze
e tentazioni insidiano
la nostra timidezza: un mite inverno
ci prodiga attenzioni
Dai cortili di gatti innamorati
il lamento ci giunge ai balconi
scie di luna allo specchio
sediamo pettinandoci i capelli
Ad incerti domani
dolce insonnia ci esercita, la guerra
dispaierà gli amanti –
ultime notti
d’amore
Stagione di guerra
verrà, i cavalieri
periranno ed i giorni
del piacevole lusso, smarriremo
in balenanti assalti in altro assedio
l’incostanza…
Per noi la vita è questa
crudele Primavera
*
Osservi i vecchi nidi dei rondoni migratori
e i nuovi nelle fessure delle mura:
bello stabile dura a cui t’affidi
per nuovi amori o incerte congetture
… ma le nuvole, le nuvole!
*
La muta inquieta a stento trattenuta
il corno gli stallieri
che sellano i cavalli i cavalieri
salutano le dame
il falconiere s’assicura il laccio:
anticipo di caccia
Mi riconosco nel ragazzo che scruta
scontroso i preparativi:
lo tentano le briglie del pezzato
che scalpita e l’arco robusto
che lo scudiero prova
teso a vuoto nel sole alto levato
*
Annotta e lumi d’occhi
s’accendono di gatti
insonne s’annuncia
anche questa nottata senza luna
Il vaso si sbecca dell’amore
in accaldati assensi
benché l’alba m’affili al suo rigore
non cessero di crederti
*
Certo questo silenzio
turbato dal richiamo della quaglia
più si fa circolare e più s’affina
Quei voluti silenzi mi richiama
chiusi nelle tue ascelle dopo abbracci
impazienti e taciute domande
a cui non c’è risposta che sia chiara
per sempre
A volte tu mi sazi altre non basti
a questa fame insonne che mi torce
le viscere…
Disperante silenzio
arduo richiamo
(inediti)
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