IN LOCO QUI DICITUR (III)
*
Primo quarto
di luna
Le celle di Sant’Anna
sono spente da poco
nel cortile s’azzuffano
gatti innamorati
Odore di salvia mi giunge
dagli anfratti la ronda
fa il suo giro misuro
nei passi l’ampiezza delle mura
ma il conto non torna
mai
Misura d’assenza
è la ronda che torna
*
Ancora si dissangua un fioco lume
alla finestra
alta dove possibile presenza
mi ferirà lo sguardo
Le tenebre hanno mani
sapienti di carezze
occhi che non conoscono
gli abbagli dell’insonnia,
ma la vana lusinga d’un lume
che stenta a morire mi lacera
*
Solissima sera ad un canto
addestra di passeri spirali
lentissime si svitano: altro giorno
vira incontro all’insonnia
*
Di ronda e senza quiete:
in ostinati giri
ispeziono le mura
e m’esploro
Sarà la prima notte
o l’ultima?
*
In loco qui dicitur Santa Maria delle Cascinelle
dalla Rocca dei Guardiani il dì 16 d’ottobre 1137
Ruggero Laspro miles a madonna Ginevra Duronio spediva
la seguente missiva in ultimo scritta e sigillata:
« Non per capriccio considero giunta l’ora quieta
della sera e mi decido a salutarti…
Dalle tenebre tendo le braccia indolenzite
dalla morte che il vino recherà come un’ebbrezza
valuto il tempo scandersi in minuti e proseguire
in ore disuguali
Vita cara è quel minimo dolore
che dà un graffio o un’emicrania – sai bene
o che avverti nello sguardo smarrito
di chi dopo amaro risveglio rammemora un sogno
infelice e ben strano
Qui non vale né il merito né il torto
oltre il vano consumarsi in spirali che s’avvitano
quasi voli di passeri in giri
cui natura costringe né vecchi né nuovi
e presenza fu questa di Ruggero l’aspro
(qui rimetto al suo posto l’apostrofo soppresso)
poiché tardi e inatteso avvenne l’averti
Il tuo amore fu la schiarita che abbacina
un attimo solo l’occasione che mancammo
ma in ultimo che vale saperlo?
Addio! non c’è tristezza nel mio farmi
ombra senza peso
in limite a una notte che s’annuncia
senza sogni
Alle tue labbra affido un benevolo ricordo
poiché ti conobbi e tu mi conoscesti... »
(inediti)
Nessun commento:
Posta un commento