CALVARIO
Il
mio calvario stanotte è cominciato
all’una
e due precise: aperti gli occhi
ho
letto le cifre della sveglia. Poi nel buio
ho
incontrato il tuo volto. La mia mente
era
piena del tuo corpo abbandonato
ma
che subito sfuggente mi lasciava
immobile
e solo, inchiodato a una croce
con
un cerchio alla testa, una corona
d’immagini
spinose di amore e di morte.
Quando
alle sette e mezzo stamattina
ho
guardato in giardino, l’erba umida
brillava,
un merlo femmina, le piume
lucide,
eleganti le movenze, s’è posato
silenzioso
e fissandomi ha raccolto
le
ali. Eri tu? Eri tu in quella forma
nuova
venuta a consolarmi da una notte
trascorsa
a morire crocifisso perché la
tua
pietà m’accogliesse stretto in grembo?
(inedita)
Nessun commento:
Posta un commento