CASSANDRA
Non pieno
torrente
non voce che esonda:
un rivolo di sassi
si è rotto
dentro il ghiaccio
passando dalle tempie.
Cosa ascolti?
Sei un corso senza estuario
senza ebbrezza.
Dove il
furore
di chi si dà all’ignoto?
Ti sbrecci
inutilmente
perché non fosti amante
del dio
che ti voleva
nella luce.
A lui rubasti
la notte non la cetra
un freddo di faretra
il sibilo la freccia dello sguardo
parola
che si perde.
Ma il tempo ti converte.
Ora ti arde
una visione tersa
fatta
vera
soltanto dal dolore
e sai
che non puoi farne dono.
Sei
sola
al centro del tuo squarcio.
(Il futuro
non vuole scorciatoie
ma una conquista
lenta
dell’uomo che nel buio
dal passato
cammina sulla brace).
E taci
come quando
più bella più forte
rimarrai in silenzio
davanti
alla tua morte.
da Ti slegherai le trecce, CoazinzolaPress, 2017
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