QUANDO TEMO CHE POTREI NON ESISTERE PIÙ
Quando temo che potrei non esistere più
prima che la penna, il mio fertile cervello
spigolando, in alte pile di libri, di caratteri,
raccolga messi mature, come in colmi granai;
quando sul volto stellato della notte
osservo i nubilosi vasti segni di un alto
poema e penso che potrei non aver vita
per segnarne le ombre con la mano
magica del caso; e quando sento che
potrei non rivederti, mia bella creatura
di un’ora, e non godere più l’incanto
di un amore sconsiderato – allora sul lido
del vasto mondo resto solo, a pensare
finché amore e fama sprofondano nel nulla.
Traduzione di Francesco Dalessandro
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