IL MIO RAGAZZO RISPARMIA, CINGHIALE
Il
mio ragazzo risparmia, cinghiale
che
verdi pascoli cerchi
di
pianura, o l’ombra dei monti;
per
assalirlo i denti aguzzi
non
affilare: l’amore, sua scorta,
lo
salvi e me lo renda
incolume.
La dea di Delo
l’ispira:
la passione per la caccia
lo
porta lontano. Le selve
brucino,
i cani scappino!
È
folle, è folle cingere di reti
sui
monti i fitti boschi
straziandosi
le tenere mani!
E
scendere furtivi nelle tane
delle
fiere graffiandosi
le
bianche gambe con le spine
dei
rovi che piacere
può
darti? Ma per stare
con
te, Cerinto, per accompagnarti
su
per i monti, io stessa porterei
le
reti, cercherei
tracce
del cervo, scioglierei
la
catena del cane.
Luce
mia, se davanti
alle
reti, abbracciata
con
te, potessi amarti abbandonata
alla
passione, allora
allora,
luce mia, sì che amerei
le
selve; e se il cinghiale
s’avvicinasse
ai lacci in quel momento,
senza
turbare il nostro amore, illeso,
fuggirebbe.
Il piacere
dell’amore
per te non esista
senza
di me, e tu, casto,
con
mano casta tocca
la
rete: è Diana che lo vuole
e
chiunque tenti o insidi
quest’amore
la sbranino le belve.
Ma
ora lascia a tuo padre
la
cura della caccia, torna,
corri
veloce tra le mie braccia.
Traduzione di Francesco Dalessandro
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