lunedì 4 gennaio 2021

Eloy Sánchez Rosillo

ANCORA LA POESIA     

 

Era da tempo ormai che la mia mano

non scriveva più versi e mi dicevo

spesso:

               “Può darsi che non torni più

a scriverne; magari la poesia

non vuole appartenerti o accompagnarti,

né donarti il fervore che rendeva

bella la vita; a volte è immeritato

ardere in questo fuoco, pronunciare

le parole che i cieli concedono a chi è degno

di celebrare le cose del mondo

e averne sulle labbra il sentimento”.

                     Spesso m’accompagnava

questo pensiero nell’inquieto andare

solo come un proscritto nella notte

che non regge più il peso della colpa

né il dolore d’esser stato scagliato

nell’ombra da un mandato

giustiziero e implacabile.

 

E guardando quegli alberi che crescono

in una vecchia piazza della città in cui vivo,

il volo di un uccello ed i fulgori

misteriosi di un corpo che s’abbandona sento

che la parola non ha più il potere

di riversare sulla carta bianca

la grazia ed il tremore della vita.

 

Pure infine stasera, d’improvviso,

mentre il sole già stanco se ne andava

e non immaginavo d’esser chiamato ancora,

ho ascoltato una voce che diceva:

 

“Prendi la penna, scrivi”.


Traduzione di Francesco Dalessandro

 

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