UN ALTRO È IO
Se mi svegliassi
una mattina con un altro
corpo, un’altra
faccia – non sarei un altro,
sarei quello lì e
basta – come sono
questo qui che si
osserva, sente il tono
della sua voce
tutti i giorni e accetta
per abitudine la
convenzione che fa
di un’abitudine la
sua identità,
in se stesso
misurandone la stretta;
avrei la personale
cecità
della mia
storia, il suo buio logorio:
come adesso l’ossessa
in tedio e rabbia
lucidità che mi
acceca. Ogni io
è una ferita una
condanna una macchia:
questa è la sua
universalità.
da L’io non
esiste, Il Labirinto, 2003
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