PER R. B.
Il sottile piacere che genera pensiero: il forte
sprone, vivo e tagliente come fiamma soffiata,
soffia una volta eppure, prima spento che acceso,
lascia la mente gravida di un canto immortale.
Per nove mesi, anzi no, anni, per nove anni, tanto
a lungo dentro sé lo porta, sopporta, pettina e cura:
e se del perso intuito essa vedova vive, però il fine
le è noto ora e la mano lavora senza errore.
Il dolce fuoco, sire della musa, alla mia anima
serve; io voglio l’ebbrezza unica di un’ispirazione.
Oh ma se dei miei versi in ritardo tu perdi
il flusso, il frullo, il canto e la creazione,
il mio mondo invernale, che respira appena quella
gioia
ora, con un sospiro cede a darti la nostra
spiegazione.
(1889)
Traduzione di Francesco Dalessandro
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