SPECCHIO
Il
pomeriggio finisce con rosse
macchie
di luce sulle foglie
della
parete nord-est del canyon.
Il
mio gufo domestico se ne sta
tranquillo
sul suo ramo secco.
Una
sciocca ghiandaia gli si scaglia
contro
urlando. Annoiato
lui
allarga le ali e la ghiandaia
vola
via gridando spaventata.
Il
mio serpente reale sta avvolto
in
spire inerti sopra libri e carte.
Anche
la lingua è ferma,
ma
ha gialli occhi giudiziosi.
I
topi si muovono con cautela
sulle
pareti. Dietro le colline
s’è
alzata la luna e lì davanti
il
cielo diventa cristallino.
Il
canyon s’offusca nella luce
fioca.
Un palazzo di vetro,
invisibile
e pieno di gente
trasparente
si sistema intorno
a
me. Sull’oscura cascata,
un
intenso annuncio di luce
cresce
oltre la spaccatura del canyon.
Una
ragazza nuda entra ancheggiando
sotto
la tenda: ha i piedi bianchi
e
il sesso profumato.
Traduzione di Francesco Dalessandro
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