IL MANOSCRITTO
ad A. A. Achmatova
Ho finito il libro e ho messo il punto,
non ho potuto rileggere il manoscritto.
La mia sorte si è consumata tra le righe
mentre l’anima mutava la scorza.
È così che il figliol prodigo si strappa la camicia dalle
spalle,
è così che il sale dei mari e la polvere delle vie
terrene
sono benedette e maledette dal profeta
andato da solo incontro agli angeli.
Sono colui che è vissuto nel proprio tempo
senza essere sé. Sono il minore della famiglia
degli uomini e degli uccelli, ho cantato assieme a tutti
gli / altri,
e non lascerò il banchetto dei viventi:
blasone autentico del loro onore di famiglia,
vocabolario diretto dei loro legami alla radice.
Traduzione di Gario
Zappi
da “Anterem”, 96, VI serie, Anno 43
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