XXI
Sarai più bella di
quanto non voglia
l’ombra di te
stessa e silenziario
io se non animo la
tua successione? Una
vedova di carezze
una moglie
da marito
incontemplata? Chi faceva
infiammare le tue
guance di pudica
collera chi i tuoi
sogni d’uccelli lenti
e folli popolava
tra i viventi chi
t’innalzò per
rimorire? Attorta fremente
sul mio letto
cerchi di dimenticarlo
un tempo di
dimenticarmi lasciandomi
straziato
da un selvaggio amore
da Alma Diana,
Il Labirinto, 2000
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