(SENZA TITOLO)
Ecco
che mi vengono in sogno alberi alti come palazzi
stretti
dentro cortili, dentro i ricordi di un’infanzia
selvatica
e nuda.
Mi
vengono in mente
forse
mi seguivano con le loro stille
con
i loro getti scomposti dentro un’infanzia di gocce,
lacrime
d’ambra senza valore.
Si
muovono gli alberi, coi loro piedi pesanti di terra, coi loro legni asciutti
ed
è tutto un muoversi dentro
tutto
un rincorrersi di giardini parlanti.
Ho
paura di trovarmi intrappolata nei giardini
in
quei giardini chiusi, con alberi giganti e vivi
vivi,
in movimento, sussurranti
coi
loro gesti scomposti con le loro lacrime d’ambra.
da Cronache dalla sparizione del mondo, poemetto inedito
Molto bella questa poesia!Buona domenica OLga
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