SPECCHIO VUOTO
Finché
ci perdiamo
nel
mondo delle intenzioni
non
siamo liberi. Me ne sto
seduto
nel mio capanno
di
tre metri quadri. Gli uccelli
cantano.
Le api ronzano.
Le
foglie stormiscono. L’acqua
mormora
sulle rocce.
Il
canyon mi circonda.
Se
mi muovessi, la rana di Basho
salterebbe
nello stagno.
Per
tutta l’estate le foglie
dorate
del lauro sono cadute nel vuoto.
Oggi
mi sono accorto
che
una foglia d’acero galleggiava
nello
stagno. Durante la notte
fisso
il fuoco. Una volta
vedevo
città in fiamme,
paesi,
palazzi, guerre,
eroiche
avventure nei bivacchi
di
gioventù. Ora, solo il fuoco.
Respiro
con calma. Le stelle
si
muovono sopra di me.
Nel
buio più completo
c’è
solo un piccolo bagliore
tra
la cenere. Sul tavolo
resta
il calco di una pelle
di
serpente e una pietra non scalfita.