Quasi in cima alle scale
ti sei voltato: nel vuoto lì sotto
il vento solitario
è in gran faccende, e la penombra è sporca
di oblio. Ma in alto, al piano
di sopra, la congerie
di vano sogno aspetta. E tu
vi entri, ti ci perdi? No, la mano
sulla ringhiera, indugi
e l’accarezzi. Adagio
abbassa ora lo sguardo e ascolta il torvo
ronzare della mosca che si affanna
contro il vetro impassibile: qualcuno
è sul primo scalino. Aspetta.
Guarda:
sei tu su quel primo scalino. E livido
ti stai guardando, l’anima negli occhi,
come fosse per sempre.
Ed ecco, ora
non sei più sù
né sotto.
Ronza e ronza
sola infine la torva prigioniera.
Traduzione di Francesco Tentori Montalto
da L’abisso e le sillabe, Nuovedizioni Enrico Vallecchi, 1983
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