mercoledì 30 settembre 2020

Francesco Dalessandro

IL CLANDESTINO                 

un apologo

 

I

 

L’abbiamo cercato in ogni angolo di casa

dalle camere alle scale alla cucina

senza trovarlo il topino che Gina

ci ha detto d’aver visto arrampicarsi

dietro alla libreria, ci siamo dannati

spostando i mobili i letti gli armadi

cercandone le cacche lungo i muri

sotto i divani… niente! preoccupati

che durante la notte rovistasse

in giro abbiamo preparato un’esca

avvelenata e siamo andati a letto

sperando non ci svegli il suo squittìo

d’agonia perché spinto dalla fame

ha morso quel boccone avvelenato

 

II

 

L’esca era intatta quando stamattina

siamo scesi per fare colazione:

sia stato furbo o solo fortunato

che gran sollievo per noi non trovare

il suo cadaverino da gettare

in qualche buca o dentro l’immondizia!

mi son detto che forse dovevamo

lasciargli qualche scaglia di formaggio

invece di provare a avvelenarlo

perché era certo un profugo affamato

un rifugiato che cercava asilo

politico o un migrante clandestino

da un solaio o una stalla dove un gatto

assassino cercava di mangiarlo




1 commento:

  1. Ragazzi, bisogna pur trovarlo 'sto topo.Magari porta con sé un messaggio transletterale

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