lunedì 17 marzo 2014

Yvor Winters

A EMILY DICKINSON

Emily cara, le mie lacrime brucerebbero la tua pagina,
se l’asciutto fuoco del verso non ardesse loro –  
bruciandomi gli occhi, e le dita, mentre rivolto
ognuna delle parole che mincrespano il cuore con l’età.                   
Se un pellegrinaggio tormentato attraverso le parole
o il Tempo o la vuota pena del Fato io potessi fare
e inginocchiarmi innanzi a te come tu trovasti la tomba,
allora potrei alzarmi a fronteggiare la mia eredità.

La tua era una vuota solitudine d’altopiano
sbiancata dalla polvere di un nome morente;
la mente, persa nella persa certezza d’una parola
che si attutiva via via che passi attutiti venivano 
a tracciare un epilogo a parole diventate oscure
nell’accanita discussione che conduceva a Dio.

Traduzione di Francesco Dalessandro

Da Collected Poems, Swallow Press Inc., 1960

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