mercoledì 26 novembre 2014

Mauro Ferrari

da I LIBRI DI PROCULO

PROCULO MEDITA SULLA STORIA

Nell’acqua fino alla cintola
controcorrente mirava gli acquitrini
livellati da una marea pietosa,
quando il suo sguardo si incagliò in un’ansa
da cui dedusse fanfo e canneti

splendida vita da carpe.

(Più innanzi, passata la pianura,
l’acqua tornava a rivoltare
bianca e impetuosa i ciottoli,
precipitando quindi
da una rupe di cinabro.)


È ASSALITO DALLE FURIE

Appollaiato su una cengia, ammirando
il volo planato dei gabbiani
senza sforzo esplodere nel controluce
e riapparire sopra il mare

per un istante ha immaginato
rostri che gli estirpano le viscere
e ai polsi catene eterne
(per quale colpa, fra le tante?);

solo un istante, che perdura un altro istante
quando, le palme sulle palpebre,
ritrova i rostri sulla retina, ed ali,

finché l’abbaglio torna compiacente,
il fuoco sferza la coscienza
e il vento spazza via le scorie.

Si stende madido, cullato
dall’urlo quasi umano degli scogli.

Da “Punto – Almanacco della Poesia italiana”, 4 – 2014, Puntoacapo, 2014

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