lunedì 16 dicembre 2013

Francesco Paolo Memmo

ANTEFATTO DELLA NEVE                                 

... 
     per quanto c’entrasse di sfuggita
pronto a darsela a gambe lungo la tangente 
– c’era una folla ostile il sole ubriacava
l’aria di un ferragosto torrido – ebbene 
non è detto che qualcosa dovesse cambiare
ma insomma un mucchietto di neve sarebbe
stato assai meno di un miracolo (mia madre
ora soffre di coliche improvvise: ingratitudine
– dice – dei figli) in questa città vertiginosa
in questa vertiginosa Roma assurda Roma
paradossalmente felice dei suoi vuoti (e
mia madre lo sa che soffre d’improvvise nostalgie
non sa come difendersi dal caldo: l’ansia
è la sua aurea regola di vita) sebbene la tangente
sia un’impervia salita la montagna
quanto poco incantata in cui tutto davvero
tutto si riduce ad un’estenuata ripetizione
di gesti di cose di parole di nomi senza cognomi
– decise infine di restare in attesa della neve
convinto che sarebbe sopraggiunta: una questione
di attimi (mia madre ancora si diverte ad ammassarla:
senza saperlo tiene in mano la vita, l’attraversa...)

Da Le precipue funzioni, Quaderni di Messapo, 1980

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