venerdì 7 agosto 2015

Salvatore Ritrovato

UN POETA, SECONDO MANDEL’ŠTAM

Negli occhi ho questa luna esanime
e la tenebra malata che l’avvampa.
Tendo ogni giorno quello che posso
la vela al vento sulla barca
e i remi al largo nel discorde
traffico di panfili
(su ribollenti marine)
e zattere, zavorre
indifferenti al cielo
antico, alle illusioni.
Faccio ogni anno quello che posso
portando alle labbra l’umore
vischioso della terra
madre sempre di laidi insetti
radici che si aggrovigliano
tra stagioni vive e morte.
Ma dov’è la leggenda di quell’uomo
che cantava ai detenuti
le traduzioni di Petrarca?
E l’amore deve perdersi
in questa vigilia di sterminio?

Da L’angolo ospitale, La vita felice, 2013


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