venerdì 7 febbraio 2025

Antonella Anedda

 ANNALES

 

Rileggendo Tacito durante questa estate di massacri

il conforto veniva dal latino, la nudità dei fatti,

l’assenza o quasi di aggettivi,

il gerundio che evita inutili giri di parole.

Confrontando la traduzione con l’originale

il testo italiano colava più lentamente sulla pagina.

In giorni pieni d’insegne levate in diversi schiarimenti

la sintassi agiva come un laccio emostatico,

frenava enfasi e lacrime.

Sestilia, la madre dei Vitelli, non esultò ci dice Tacito,

mai per la fortuna, sentì soltanto le sventure familiari.

Il grigio libro di Tacito

scritto quando il suo autore aveva sessant’anni

dice soltanto ciò che deve. Sul grigio orizzonte

degli Annales non c’è posto per i paesaggi o per l’amore.

Ci cura questa forma lapidaria:

«La radicata cupidigia dei mortali,

i premi ai delatori non meno abominevoli dei crimini,

il metallo che decreta l’oro».

 

Da Historiae, Einaudi, 2018

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