ANNALES
Rileggendo Tacito durante questa estate di
massacri
il conforto veniva dal latino, la nudità dei
fatti,
l’assenza o quasi di aggettivi,
il gerundio che evita inutili giri di parole.
Confrontando la traduzione con l’originale
il testo italiano colava più lentamente sulla
pagina.
In giorni pieni d’insegne levate in diversi schiarimenti
la sintassi agiva come un laccio emostatico,
frenava enfasi e lacrime.
Sestilia, la madre dei Vitelli, non esultò ci dice
Tacito,
mai per la fortuna, sentì soltanto le sventure
familiari.
Il grigio libro di Tacito
scritto quando il suo autore aveva sessant’anni
dice soltanto ciò che deve. Sul grigio orizzonte
degli Annales non c’è posto per i paesaggi o per l’amore.
Ci cura questa forma lapidaria:
«La radicata cupidigia dei mortali,
i premi ai delatori non meno abominevoli dei
crimini,
il metallo che decreta l’oro».
Da Historiae, Einaudi, 2018
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