venerdì 28 marzo 2025

Luca Canali

 INTERNO FAMIGLIARE


La domenica era trascorsa uggiosa, con la voce dell'amico

opaca e svogliata al telefono,e il silenzio di mia moglie

che lasciava cadere le mie timide offerte di colloquio

come fa la donna del luna-park con i bersagli sbagliati.

Avevo provato con il lavoro, ma il sermo familiaris

delle Epistulae di Cicerone, desueto a un traduttore di testi

aulici e il colore sgradevole della cartella che le conteneva in fotocopia,

avevano sbalzato il pensiero alle bandiere innalzate

anno dopo anno sui cantieri dei palazzi ultimati

e ora angosciosi anch'essi, semideserti per la festa

nel crepuscolo di gennaio che zittiva i bambini e gli uccelli.


Ma ecco riportava una folata di vita, riaccendeva la fiamma

degli affetti familiari sopiti la figlia che vive i suoi otto

anni con la diafana serenità di un angelo della luce

in tempi come questi di angeli delle tenebre e di gnomi.

Ha voluto per commento al suo pasto che le narrassi una storia di Ulisse,

e più tardi, entrando fra le coperte, mi ha chiesto notizie delle meduse:

non sapeva che fossero animali, ho aggiunto che ustionano

con il velo lattiginoso la mano protesa a ghermirle;

allora ha chiosato con un errore che l'assembrava a un fraticello dei Fioretti:

"Gesù ha dato ad ognuno la sua difensione".


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