venerdì 2 novembre 2012

John Keats







SCRITTO CON DISGUSTO DELLA VOLGARE SUPERSTIZIONE

Campane di chiesa con cupi rintocchi
richiamano la gente a altre preghiere, 
a nuove tristezze, a spaventosi assilli, 
ascoltando il terribile suono del sermone.
Qualche oscuro incanto costringe 
la mente a strapparsi dalle gioie del focolare,
dalle arie lidie, dai nobili discorsi 
sulla gloria e chi ne fu incoronato. 
Rintoccano ancora, rintoccano. Il gelo
sentirei, come da un umido sepolcro, 
se non sapessi che si vanno spegnendo
come lampade, con un ultimo soffio
e un lamento verso l’oblio; che fiori 
nuovi nascono e segni immortali di gloria.

Traduzione di Francesco Dalessandro

Da Poetical Works, edited by H. W. Garrod, Oxford University Press, 1972.

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