lunedì 11 marzo 2013

Carlo Betocchi


SALMO

Quando invecchiamo, fatti più sordi alla rima
ed a quel mitico batter dei ritmi
che amore interno dettava, una cosa
sola, un esister confuso coi freschi
pimenti degli anni giovanili;

allora un ciuffo di pini su un monte,
una gran macchia verde ci commuovono
col silenzio, e siamo come silenzio
che non si perde nel nulla, ma entra
in noi per farsi conoscere, come

vampa di lauro profuma la macchia
nell’alido, col suo sentore amaro:
sì, la vecchiaia è una nuova stagione,
e la morte una stagione più alta, od umile,
di foglia secca per quei tabernacoli della

requie del canto che non serve più.

Da Poesie del sabato, Mondadori, 1980

3 commenti:

  1. Come non essere d'accordo con Liliana e Michele? Se poeti come Betocchi fossero stati considerati per quel che valgono, ci sarebbero stati risparmiati i molti nei che deturpano il corpo della poesia italiana di oggi e forse la poesia sarebbe migliore...

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