venerdì 11 marzo 2016

Camillo Sbarbaro

PIANISSIMO, Prima parte, 2

Talor, mentre cammino sotto al sole
e guardo coi miei occhi chiari il mondo
ove tutto m’appar come fraterno,
l’aria la luce il fil d’erba l’insetto,
un improvviso gelo al cor mi coglie.
Un cieco mi par d’essere, seduto
sopra la sponda d’un immenso fiume.
Scorrono sotto l’acque vorticose.
Ma non le vede lui: il poco sole
ei si prende beato. E se gli giunge
talora mormorio d’acque, lo crede
ronzio d’orecchi illusi.
Perché a me par, vivendo questa mia
povera vita, un’altra rasentarne
come nel sonno, e che nel sonno sia
la mia vita presente.
Come uno smarrimento allor mi coglie,
uno sgomento pueril.
                                        Mi seggo
tutto solo sul ciglio della strada,
guardo il misero mio angusto mondo
e carezzo con man che trema l’erba.

da Pianissimo, Marsilio, 2001

1 commento:

  1. E' sempre molto bello leggere la poesia di Sbarbaro, un poeta intimo che canta la sua sensibilità in modo ammirevole. La sua poesia risuona piacevolmente dentro di me, e ritengo che la sua poesia meriterebbe una più alta considerazione.
    Un caro saluto
    Francesco

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