mercoledì 17 maggio 2017

Alberto Manzoli

AUSTRALOPITHECUS SAPIENS SAPIENS

Mi muovo qui, in assenza di tempo,
scostando i rami per cogliere i frutti,
e uova e nidi e poi di tanto in tanto
scimmie minori, quando ci riusciamo,
da spartire con le femmine a terra.
Non prendo mai più di quanto mi serve.
Ogni tanto, poi, mi fermo su un ramo,
e il mio sguardo sereno si distende
sopra l’immensa cupola smeraldo
fresca e pulita di recente pioggia,
e al richiamo gioioso degli uccelli,
a questo soffio gentile di dentro,
io mi domando se esiste davvero,
se ciò che alcuni chiamano la morte
non abbia regno che sull’apparenza,
e non sia solo un mutare di forme,
dal minerale al vegetale e oltre
poi, tutto daccapo, e tutto di nuovo,
col cuore in gola, affannato e felice,
questo scendere e salire dal ramo
che non si spezza e che non avvizzisce,
la mammella sempre verde di latte
che non distingue tra figli e figliastri.

Ignoro tutto, a parte la foresta.
Così mi pare di sapere tutto
quello che esiste da sapere al mondo,
soltanto gli alberi, i ruscelli, i sassi,
tutta la vita che ci nuota dentro,
che vola, striscia o canta nel mattino,
e che non chiede null’altro che vita.
Questo io so che è la cosa giusta.
Se esiste un altro mondo, è sbagliato.


(inedita)

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