lunedì 23 marzo 2020

Eloy Sánchez Rosillo

LA COLPA

Fugge il piccolo gatto
dal suo persecutore, il ragazzino
che gioca e non capisce quel che fa.
Come un fulmine salta
su un mandorlo e là cerca
rifugio in mezzo ai rami.
Crepita la canicola d’agosto.
Arde la siesta di luce terribile.
Sul campo mietuto il sole gira,
come brace senza misericordia.
Dall’alto, il gatto guarda
il bambino che tira
una pietra, poi un’altra, e un’altra ancora
su quel fagotto vivo e spaventato.
Che forza miserabile,
quale maledizione incosciente lo spinge
finché riesce a colpirlo?
L’animale, per terra,
perde abbondante sangue dalla bocca,
miagola triste, ha strani
convulsi movimenti e infine resta
immobile vicino
al piccolo che allora
capisce che è la morte
quello che adesso accade
lì davanti ai suoi occhi,
senza rimedio. Dopo un po’ ritorna
a casa spaventato, confuso, a testa bassa,
pieno d’angoscia, agitato,
sulle spalle portando già per sempre
il peso della colpa.

Traduzione di Francesco Dalessandro



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