venerdì 5 febbraio 2021

Domenico Ludovici

 IL POEMA DEL DESIDERIO



I


su quella prima volta ho scritto tanto

(sulla seconda c’è poco da dire

se non che in quei minuti per venire

uccisi il tempo): non ti chiedo quanto


ricordi tu dell’ora e se il suo incanto

è vivo in te però riesci a capire

il desiderio acceso in me di unire

la mia carne alla tua di starti accanto


e tenendoti nuda tra le braccia

scriverti con la lingua sulla schiena

dalle spalle alla vita il gran poema


del desiderio e seguendo la traccia

del solco tra le natiche baciarti

su quelle labbra rosa poi leccarti


e assaporare in bocca quel tuo frutto

umido caldo e aperto mentre trema?



 

II


baciarti ogni centimetro di pelle

dal lobo dell’orecchio fino ai piedi

e dall’unghia dell’alluce, che credi?

risalire alla curva delle ascelle


la lingua poi sulle punte gemelle

dei tuoi seni assetata di dolcezza

scivolerebbe mentre la carezza

delle mie dita tra le cosce snelle


si fa leggera e trepida pian piano

diventa più decisa e si permette

di premere ed aprire le tue strette


labbra finché alla lingua la mano

farà posto e guizzando sulla punta

di carne viva che tra loro spunta


sentirà la tua schiena che si flette:

ma così ancora non mi sazierei




 

III


e così neanche tu saresti ancora

sazia lo so ma la mia lingua ghiotta

dell’aspro miele che sapiente smotta

e lecca tra le labbra eccola ora


aprire con dolcezza la tua strada

al desiderio verso quel tuo centro

che aspetta di sentirmi entrare dentro

nella tua carne languida e bagnata


dove mi muoverò dapprima lento

deciso poi veloce senza tempo

e tu ansimante amore «non fermarti»


sussurrami e saprò che sarai pronta

a ricevermi giù nella profonda

calda dolcezza e alzato per guardarti


accogliermi cadrò nella tua notte

e mi ci muoverò fino alla morte


da Sonetti del nostro adulterio 


Chi fosse curioso di notizie su Ludovici e i suoi sonetti è invitato a leggere la nota che lo riguarda in calce al suo post del 21 settembre 2012

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