mercoledì 10 febbraio 2021

Gabriele Galloni

POESIE SUI MORTI

 

1.

 

Ho conosciuto un uomo che leggeva

la mano ai morti. Preferiva quelli

sotto i vent’anni; tutte le domeniche

nell’obitorio prediceva loro

le coordinate per un’altra vita.

 

2.

 

Certo. I morti si danno soprannomi.

Però li scordano immediatamente.

Ché al poco – buona grazia – preferiscono

il niente.

 

3.

 

La pornografia dei morti

è un vuoto di finestra, un passo

tra la veranda e il giardino. È quello

che noi sogniamo tutto il pomeriggio.

 

4.

I morti scrivono

infinite missive d’amore.

 

Le spediscono nelle prime ore

del mattino.

 

5.

I morti, sotto un cielo comodo

di seta,

consolano l’inquieta

vastità della casa.

 

 

La musica dei morti è il contrappunto

dei passi sulla terra.

 

da In che luce cadranno, RPlibri, 2018

 

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