lunedì 29 marzo 2021

Giorgio Bàrberi Squarotti

 

LA FINE

 

Come tutti gli altri giorni ci fu chi

andò lo stesso al bar, chi telefonò per affari o anche soltanto

per parlare nel vuoto della stanza,

quando la luce si fa troppo crudele

se nessuna presenza la interrompe,

chi fece l’amore a lungo, approfittando

della lentezza del tempo, quasi immobile

sotto nuvole spesse e brevi tratti

di sereno un poco troppo azzurro,

ma più tardi molti uscirono, ragazzi

e vecchi, poiché la pioggia non venne

né venne altro, forse, anche se c’erano

tracce (ma un poco dubbie) per la strada,

barattoli vuoti, un po’ di paglia, giornali con caratteri mai visti

qualche muro sbrecciato, qualche macchia

bruna, segni di zoccoli, un vago puzzo

di zolfo e fumo, anche se le fabbriche erano ferme

e molti amici mancavano nei luoghi

consueti e non c’era quasi traffico e tutto era

come se un’infinità di gente fosse appena

partita.

 

Torino, 19 gennaio 1978


da Da Gerico, Guida Editori, 1983

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