venerdì 12 maggio 2023

Francesco Dalessandro

 SADE IN FUGA VERSO ROMA

 

Alla fine del Settecento, un viaggiatore d’eccezione

attraversava la campagna romana

lungo la via Cassia (che, insieme alla Flaminia,

era una delle due normali vie d’accesso a Roma

percorse da coloro che scendevano dal Nord).

Quel viaggiatore, in fuga in Italia

con la giovane cognata, era il marchese De Sade,

che così descrive nel suo Voyage d’Italie

l’approssimarsi a Roma: «Volendo avere

di giorno il colpo d’occhio dell’entrata in questa

capitale del mondo, mi fermai a dormire

in una misera stazione di posta chiamata Baccano…

Più di sei miglia prima d’arrivare a Roma,

si vede la cupola di San Pietro che si eleva

sopra tutto…

Il sangue è vile in quei pressi e i contadini

sono rozzi e piuttosto volgari. Da quella distanza

si può vedere qualche antico monumento

sparso nella pianura e lungo la strada».

Gli innumerevoli resoconti che descrivono il viaggio

verso la Città Eterna,

mischiando spesso verità e immaginazione,

ci permettono solo d’immaginare, appunto,

il deserto in cui il governo pontificio

aveva ridotto la campagna a nord di Roma.

Solo poche testimonianze riuscirono a squarciare

la nebbia del mito e a vedere la miseria

che, come gramigna, era nata dalle vestigia

d’un glorioso passato. Quella di De Sade fu una delle prime.

 

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