L’ALIANTE
Aliante improprio planavo
di notte sui respiri di ognuno
ansimi di cristallo come fosse
domani l’appena ieri rimosso.
Il buio d’estate odorava
del taglio cruento del grano
d’inverno l’oscurità si colmava
del macero dei cannicci di mele
e a primavera l’esodo ingordo
delle anguille novizie rivibrava
le scosse alle gambe provate
di giorno nell’acqua del borro.
Uno stato di grazia breve
fissato sull’onda d’epitomi vaghe
di melodrammi privi di testo
di pronostici senza scampo
urlati su aie maestre alle perfidie
d’infanti saltatori di fossi
liberi ancora per poco
di ritrovarsi in territori franchi.
I muschi sparsi una volta
tra le cave del monte sventrato
che ora incombe garante
sull’assenza di epifanie
tramandano di sé macchie
pietrificate epigrafi per chi
ripassa senza invito dove
il calcare si scioglie invisibile
nella gora silente di fianco
alla rèdola di nespoli rimasta
l’unico passaggio verso
il cancello dell’ultima chiusa.
2019/2023
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